Misurazione d’impatto: gli otto errori da evitare. Conclusione

Condividi questo articolo

Oggi concludiamo l’analisi degli errori da evitare nell’approccio alla misurazione d’impatto trattando gli ultimi 4 punti

Quinto erroreMancanza di flessibilità.
Quando i risultati sociali attesi sono conseguiti, o quando non lo sono, lo spazio in cui operano si trasforma. Le esigenze sociali evolvono naturalmente. Ogni sistema di misurazione deve tenere conto di questa esigenza di cambiamento e miglioramento. Tale revisione si rende necessaria dopo tre o cinque anni per la maggior parte delle misurazioni e dopo un periodo più breve per alcune.

Sesto Errore. Quantificazione a scapito della comprensione.
È ormai appurato che, malgrado l’elaborazione di diversi approcci utili alla quantificazione di risultati e impatti, questi sono sempre solamente il riflesso di una realtà più profonda e più sfumata del resoconto dell’intervento e dei cambiamenti che ne risultano. Il resoconto dei cambiamenti di vita, atteggiamenti e prospettive deve essere sempre prioritario e non essere mai omesso quando i risultati e gli impatti sono correttamente spiegati.

Settimo erroreMantenimento della proporzionalità.
Lo sforzo investito nella misurazione e il livello di precisione raggiunto, devono essere proporzionati all’uso cui è destinata la misurazione. Ciò corrisponde esattamente al concetto ampiamente riconosciuto della rilevanza in contabilità.

Ottavo errore.Burocrazia eccessiva.
La misurazione dovrebbe essere di sostegno e non utilizzare le scarse risorse e rallentare il processo decisionale all’interno delle imprese sociali che dovrebbero reagire con rapidità ed essere flessibili rispetto a un bisogno sociale in aumento.


Condividi questo articolo

Articoli correlati